PUBBLICA MORALE
31/1.5.1 Circa i comportamenti da tenere nei confronti di coloro che disconoscono i sacri vincoli matrimoniali, affinché questo principio di immoralità venga tenuto lontano “dal nostro amato gregge”; cc. 2 1851
31/1.5.2 L’Intendenza di Bari circa il pubblico scandalo prodotto dall’atteggiamento di adulterino concubinato in cui vivono Giuseppe Sacchetti, marito di Domenica Giannini, e Giulia Rosa Giustino; cc. 3 1851
31/1.5.3 Circa la reclusione in asili di pietà di alcune donne che conducono una vita oltraggiosa, ed in particolare di Maria Laricchia fu Antonio di Capurso; cc. 14 1852
31/1.5.4 Richieste e propositi di provvedimento in relazione ad alcuni comportamenti oltraggiosi per la pubblica morale circa: Maria Giovanna Lupoli fu Pietro di Taranto, vedova di Carlo Piniarelli, e la figlia Teresa di 20 anni; Petronilla Leotina di Mola, Maddalena Positano di Rutigliano e Maria Catullina di Monopoli; Maria Ermenegilda Panarelli di Conversano; Francesco Paolo Coletta e la fidanzata Maria ai danni di Elisabetta Marasco, orfana di Michele e Maria Domenica Negri; Giacomo Laruccia ai danni della moglie e dei figli; cc. 21 1852 1853
31/1.5.5 Si richiedono provvedimenti per la rimozione del pubblico scandalo prodotto da Leone Valente, separato dalla moglie Maria Teresa Castellana, ed unito in concubinato con Isabella Montanaro di Conversano, la sorella della quale, Antonella, convive con Vito Pasquale Mazzarelli; cc. 4 1853
31/1.5.6 L’Intendenza di Bari chiede l’intervento del vescovo prima di ricorrere alla polizia per ricondurre sulla retta via diversi cittadini immorali di Conversano, di cui è riportato l’elenco nominativo con corrispondente reato; cc. 31 1852 1856
31/1.5.7 Circa l’incarcerazione di Tommaso Sportelli, Vita Maria Marangelli e Maria Nicola Sportelli, accusati dell’aggressione al sacerdote Geremia Marangelli; cc. 20 1856
31/1.5.8 L’Intendenza di Bari partecipa che verranno prese misure nei confronti di Giuseppe Pellegrino affinchè sposi Vita Maria Marangelli; cc. 2 1858
31/1.5.9 Domenico Laruccia e suo figlio Michele di Conversano implorano una benigna assoluzione per essersi scontrati in pubblica piazza contro un tal Pietro Grosso; cc. 2 1860